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Il Beato Marzio, terziario francescano ed eremita, nacque nell'anno 1210 da
genitori contadini presso il castello di Pieve di Compresseto,
sottoposto all'epoca al Ducato di Spoleto.
Insieme ai fratelli (Silvestro che lo seguirà più tardi nella vita
religiosa, Leonardo e Filippo diventato poi sacerdote) cominciò ad
esercitare a Gualdo Tadino il mestiere di muratore, distinguendosi per
una profonda vita di carità.
Tratteneva, infatti, per sè il necessario per vivere ed il superfluo del
suo guadagno, nei giorni festivi, lo distribuiva ai poveri. Visitava
inoltre i malati, i carcerati e gli abbandonati negli ospizi.
Così la vita di Marzio è tipica di quei laici che tra la fine del XIII e
l'inizio del XIV secolo si santificavano con la carità ed il lavoro,
attingendo alla spiritualità francescana.Intorno all'anno 1235 la vita di
Marzio cambiò bruscamente in seguito all'incontro avvenuto con i seguaci
di S.Francesco, stabilitisi nel 1219 presso un eremo in località Valdigorgo
(oggi Eremo di S.Marzio), dove nel 1224 vi dimorò lo stesso S.Francesco.
Marzio, affascinato da questi uomini, visse con loro
alcuni anni senza entrare nell'ordine, fino a quando un evento
imprevedibile, l'incendio che distrusse Gualdo Tadino nel 1237 ne cambiò
l'esistenza.
I frati, infatti, in seguito a ciò, nel 1241, decisero di abbandonare tale
luogo per trasferirsi all'interno della città (in parte ormai ricostruita)
per evangelizzare e soccorrere la popolazione.
Marzio, pur lodando tale scelta, decise di non seguirli e all'età di 31
anni iniziò la sua intensa vita eremitica, dedicandosi alla preghiera e
alla penitenza "vestito di una rozza tunica camminando scalzo tra le
rocce, la neve e il ghiaccio".
Rimase nell'eremo per circa 60 anni insieme ad alcuni compagni (divenuto nel
frattempo il capo di questa nuova comunità) costruendo una nuova chiesetta
ed abitazione.
Gli ultimi anni della sua vita furono caratterizzati da innumerevoli
sofferenze, tra cui la cecità che sopportò con pazienza e gioia.
Marzio morì l'8 ottobre del 1301 all'età di 91 anni al tempo di Papa
Bonifacio VIII, in estrema povertà come era sempre vissuto.
Fù sepolto nell'eremo di Valdigorgo sotto l'altare della chiesa.
Il fratello Silvestro morì qualche tempo prima del Beato Marzio, mentre
Filippo gli sopravvisse di qualche anno.
Ambedue ebbero fama di santità.
Tutti e tre sono commemorati nel "Martirologio Francescano" il
giorno 8 ottobre.
Dopo la sua morte si verificarono numerosi segni e miracoli tanto che, molta
gente, dalle città e regioni circostanti, accorreva per ottenere la
garigione dai loro mali fisici e spirituali.
Dal 12 dicembre 1907 le reliquie del Beato Marzio si trovano nella
Cattedrale di San Benedetto, a Gualdo Tadino, in un' urna posta sotto
l'altare del Rosario; mentre una parte di esse, esattamente una tibia,
furono trasportate nella chiesa "Assunzione di Maria" in Pieve di
Compresseto, collocate dapprima sotto l'altare di S.Antonio Abate e
successivamente sotto l'Altare Maggiore ove tutt'ora risiedono.
L'8 ottobre del 1995 è stato proclamato Compatrono, insieme a S.Macario,
della parrocchia "Assunzione di Maria" in Pieve di Compresseto,
dal Vescovo di Assisi Sergio Goretti.
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